Garlasco, i genitori di Chiara Poggi denunciano un’ondata di diffamazioni e bugie sulla figlia. Ecco le ultime dichiarazioni.
In un punto stampa davanti alla casa di Garlasco, i genitori di Chiara Poggi hanno espresso con fermezza la loro indignazione per quanto diffuso negli ultimi giorni da trasmissioni televisive e sui social. Dichiarazioni false e offensive, come la teoria della borsa rubata, che infangano la memoria di una ragazza che definiscono “pulita e semplice“. A sostegno dei genitori, anche le prese di posizione ufficiali dei loro legali.

Garlasco, l’intervento dei legali Tizzoni e Compagna
A sostegno delle dichiarazioni della famiglia di Chiara Poggi, come riportato da Sky News, sono intervenuti anche gli avvocati Gian Luigi Tizzoni e Francesco Compagna, che rappresentano tutta la famiglia della vittima.
In una nota ufficiale, i legali hanno denunciato: “La famiglia Poggi è da settimane vittima di una assillante campagna diffamatoria da parte di organi di informazione e social, che non sta purtroppo risparmiando nemmeno l’amata Chiara“.
Gli avvocati hanno duramente criticato in particolare quanto andato in onda durante la trasmissione Le Iene su “una presunta relazione sentimentale di Chiara con un ‘uomo adulto‘“. Elemento che fu già considerato falso, secondo gli avvocati, durante la prima indagine.
I legali hanno annunciato che la famiglia “provvederà da parte sua ad ogni opportuna iniziativa giudiziaria a tutela della dignità e dell’onore di Chiara“. Auspicando che anche le autorità competenti intervengano per fermare queste “reiterate condotte illecite“.
I genitori di Chiara Poggi rompono il silenzio
“Siamo disgustati dalle affermazioni che sono state fatte in questi giorni, nelle varie trasmissioni televisive. Si continua a infangare la memoria di nostra figlia“. Così hanno dichiarato i genitori di Chiara Poggi durante un punto stampa tenuto davanti alla loro abitazione di Garlasco.
In particolare, la madre Rita Preda ha sottolineato: “Non aveva misteri, non aveva segreti, non aveva amanti“. I genitori hanno poi aggiunto: “Non aveva due telefoni e non si può difendere“. Denunciando l’impossibilità per la vittima di rispondere a chi oggi ne mette in discussione l’onorabilità. “È giunto il momento di dire basta, noi non tollereremo più che si infanghi la memoria di nostra figlia“, hanno concluso con fermezza.